Scritti politici inediti

A futura memoria SCRITTI POLITICI 1993-1999

A Futura Memoria” SCRITTI POLITICI 1993 – 1999
Niente di più attuale anche se sono passati più di 20 anni

MORALE e POLITICA

Una delle domande che ogni intellettuale si pone frequentemente è se esiste una relazione tra morale e politica.
La morale è l’insieme di regole comportamentali che riguardano l’individuo; la politica è la scienza che studia come organizzare la vita di individui legati tra loro da cultura, tradizioni, interessi, lingua e territorio.
La politica più che prescindere , presuppone un comportamento moralmente valido dei singoli i quali demandano, tramite la politica, alle istituzioni dell’ordinamento giuridico il compito di formulare delle norme giuridiche che garantiscano il rispetto delle regole morali.
Alla formazione delle regole morali concorrono la tradizione culturale, la religione ed altri elementi che trovano fondamento nella realtà esistenziale dei singoli.
Per la difesa e l’affermazione delle regole morali oltre che la tutela economica e sociale, si organizzano le opinioni, le filosofie.
La politica, quindi, come attività diretta alla gestione di un patrimonio culturale non può prescindere dalla morale perché questa è di essa elemento fondante.
La crisi della politica rappresenta momento di rottura, intesa come slegamento dagli altri elementi.
Quando la morale è in relazione conflittuale con il sociale e l’economico, la società ne avverte chiaramente i sintomi e cerca di superare tale situazione con azioni che si definiscono rivoluzionarie in quanto stravolgono la nuova condizione ed introducono nuove regole che tendono a riequilibrare i rapporti messi in crisi.
La tangentopoli italiana, la crisi che sta sconvolgendo la Francia di Mitterand o la Spagna di Gonzales sono i segni evidenti della crisi che sta sconvolgendo questi paesi dove, essendo consolidata la democrazia, si sta operando per via incruenta quella rivoluzione che tende a riportare gli equilibri sconvolti. In paesi come la Russia zarista o la Cina imperiale la rivoluzione assunse ben altri connotati sfociando in un bagno di sangue per sradicare ciò che altrimenti si sarebbe perpetuato all’infinito con una classe subalterna sempre più schiava della politica che aveva nei secoli rotto ogni rapporto con la morale.
La politica , dunque, non può prescindere dalla morale.
Mauro Crocetta 1993
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Scritti politici 2000

Una pagina della nostra storia recente

E’ morto Bettino Craxi
Ieri sera, verso le 16.15, nella sua villa di Hamamet, con la mano nella mano della figlia Stefania , in seguito ad una crisi cardiaca è morto Bettino Craxi. Assenti la moglie in Francia per una visita specialistica e suo figlio Bobo.
La notizia si è diffusa immediatamente non solo in Italia , ma in tutto il mondo occidentale che lo aveva visto protagonista importante negli anni ottanta, prima della caduta del muro di Berlino, quando si era ancora nella divisione del pianeta in due blocchi.
Messaggi di cordoglio da tanti uomini comuni e da capi di stato. Il presidente Clinton si è espresso con parole di comprensione per l’uomo e di dolore per la sua scomparsa; il Pontefice, tramite il cardinal Sodano , ha espresso riconoscenza per il suo lavoro di preparazione e firma del secondo concordato ; il Presidente della Repubblica Ciampi ha inviato un telegramma di cordoglio alla famiglia come privato cittadino e come Capo dello Stato riconoscendo all’esule di Hammamet la sua grande personalità di statista; il presidente della Palestina , Arafat, ha pianto per l’amico scomparso a cui dedicherà un monumento. Nessun commento dai suoi persecutori Borrelli e Di Pietro.
I politici nostrani , alcuni con sincerità, altri con sfacciata ipocrisia, hanno espresso dolore, riconoscendo, più o meno esplicitamente, le colpe della c.d. Seconda Repubblica che ha demonizzato la sua figura macchiando il suo operato di statista con la vicenda giudiziaria di “mani pulite” degli anni ’90.
I giudizi sull’uomo e sullo statista non possono che essere contraddittori, data la figura del personaggio, passionale fino all’arroganza, tanto da ispirare la matita di Forattini che negli anni del declino della cometa craxiana si divertiva sulle pagine di Repubblica a rappresentarlo in stivaloni lustri e gramaglie, ad emulare Mussolini.
Negare delle verità politiche è certamente difficile anche se la storia degli anni ’80 , anni della sua ascesa a livello nazionale ed internazionale, è presto da scrivere condizionati come siamo ancora dalla vicenda tangentopoli che per ironia del caso solo un’ora e mezza prima della sua morte il Parlamento ha dato via libera alla costituzione di una commissione di inchiesta più volte sollecitata dallo stesso Craxi.
Uomo di forti passioni, riuscì a riscattare il partito socialista dalla soggezione al P.C.I. allora legato e vassallo del P.C.U.S. ; Contribuì a bloccare, contrastare e combattere il sovietismo dilagante perché antidemocratico; Spinse i compagni comunisti sulla strada dell’affrancamento dalla soggezione sovietica; Fece del suo partito l’ago della bilancia della politica italiana conseguendo il risultato di portare al Colle un socialista del calibro di Sandro Pertini , certamente uno dei pochi Presidenti della Repubblica che si ricorderanno per il lustro dato alla Patria, e lui stesso occupò Palazzo Chigi ininterrottamente per quasi quattro anni, con un governo che è stato certamente il più longevo in assoluto della storia repubblicana;
Portò a dignità internazionale il nostro Paese fronteggiando la prepotenza americana “nell’affare Sigonella”; Fu buon mediatore e pacificatore dell’area più tormentata del Medioriente , il conflitto arabo-israeliano; Aprì le porte della Comunità Europea, durante la sua presidenza, a Spagna , Portogallo e Grecia; Avviò l’unificazione della moneta europea; Portò l’Italia al quinto posto tra le potenze industrializzate; Ebbe il coraggio, infine, di dire nella sede naturale, il Parlamento, in un memorabile discorso nel 1992, invitando gli altri leaders dei partiti a fare lo stesso, dell’anomalia che si era creata nel Paese con il finanziamento della politica e dei partiti in modo non lecito.
Ma in quest’ultima circostanza nessuno osò parlare; nessuno prese posizione.
La verità fu gridata e questa fu travisata in arroganza e a posteriori può suonare come il grido disperato di chi sa che lui solo è stato scelto a pagare, vittima sacrificale di un antico rito tribale.
Uomo non facile, angoloso, di forte personalità, superbo nei suoi atteggiamenti a volte intimidatori, come ogni uomo potente e carismatico si contornò dei soliti cortigiani, di trasformisti illuminati sulla via di Damasco dal verbo socialista, pronti a lasciarlo solo e transitare in altre formazioni appena iniziato il rito sacrificale.
Mentre lui chiudeva alla vita in una terra amica dove scappò per sfuggire alla cattura per ordine della Procura milanese e dove sarà sepolto in un piccolo cimitero vicino al mare che guarda la sponda meridionale di quella terra nella quale affondano le sue radici, la Sicilia, un altro protagonista della fine del secolo scorso e padre della Patria tedesca, Helmut Khol è caduto nella polvere della tangentopoli teutonica.
Destino parallelo di due uomini che hanno dato dignità e rispettabilità al loro paese.
Mauro Crocetta 20 gennaio 2000
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